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il catalogo degli animali

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Il museo nacque per iniziativa di Padre Pietro Rosati, celebre latinista ma anche appassionato cultore di ornitologia, mineralogia e botanica. Il Padre Barnabita, durante il suo periodo di permanenza a Bologna, si prodigò con grande passione nell'arricchimento delle collezioni naturalistiche del Collegio San Luigi, organizzando e ampliando l'allestimento museale, in particolar modo nel decennio compreso tra il 1894 e il 1904.

 La raccolta dedicata all'avifauna, per il numero dei reperti, risultava a quel tempo una delle maggiori in Italia, e P. Rosati si occupava di  aggiungere sempre nuovi pezzi che personalmente cacciava e imbalsamava. Al riguardo si legge in uno scritto di P. Andreani pubblicato nel 1948: "Lui aveva davanti alla mente il Museo di Storia Naturale da arricchire. Nessuna difficoltà, nessun sacrificio, nessun insuccesso potevano fermarlo. Aveva sempre il suo baule con tutti gli attrezzi della caccia e dell'imbalsamazione."

La dotazione del museo è andata poi aumentando negli anni grazie a successivi lasciti e donazioni. Attualmente sono presenti più di novecento uccelli e circa centottanta tra pesci, anfibi, rettili e mammiferi, in rappresentanza della fauna autoctona ma anche esotica. Cospicue sono inoltre la collezione mineralogica e quella malacologica, con oltre mille pezzi ciascuna, mentre il numero dei fossili e dei reperti archeologici sfiora il centinaio.

Tra gli animali spiccano, per la mole e la curiosità che suscita, un grosso esemplare di leone, mentre il reperto più antico è quello relativo a un'oca lombardella del 1888. Gli animali esposti sono tassidermizzati, cioè conservati dopo la morte grazie a un processo di preparazione atto a ricostruirne forme e posture sotto la pelle originale opportunamente trattata.

Tradizionalmente venivano così preparati, a scopo di studio e divulgazione, i reperti zoologici destinati alle ostensioni negli antichi musei universitari di storia naturale: nel  tempo i criteri museografici hanno subìto una notevole evoluzione e oggi questa modalità espositiva è considerata superata, anche se avere la possibilità di osservare così da vicino un animale, e poter verificare direttamente le sue dimensioni e i suoi caratteri particolari, può riservare comunque delle interessanti sorprese.



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