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Tre Epoche, tre vite.
E' la storia di tante chiese in tante citta' italiane.

I motivi, almeno nel nostro caso, possono essere riassunti a due.
Innanzi tutto il progredire o meglio il cambiare dei gusti artistici; il Seicento, sopratutto, divenne colpevole di tante eliminazioni di chiese romaniche e gotiche con il motivo ufficiale di ampliare gli spazi per il culto. In realta', non si comprendeva piu' l'austerita' del romanico e la spiritualita' del gotico e si preferiva la sfarzosita' del Barocco.

Nell'Ottocento, invece, motivi di tanti cambiamenti sono state le soppressioni, quella Napoleonica prima e quella del Governo Italiano poi, che occuparono tanti conventi e chiusero o vendettero chiese che in molti casi, almeno temporaneamente, furono adibite ad altri usi.

Tornando alla Storia di questa chiesa, nata gotica nel 1328 con pitture di Vitale da Bologna, fu demolita perche' troppo piccola ed e' rinata "a fundamentis" Barocca nel 1625 su disegno di Bonifacio Sacchi e Floriano Ambrosini per adattarla in ampiezza al Collegio Montalto sorto da pochi anni (1586) per volere di Papa Sisto V (1580-1585) nel luogo dell'ormai decaduto convento-ospedale dei Frati del "T".

In questa fase le pitture sono tra le piu' famose dell'epoca.

Scrive l'Oretti nel Manoscritto BIIO:
"in questa chiesa vi sono opere famose delle prime del paese" anche se aggiunge "ma purtroppo sono state ripulite con poco amore".

Ricordiamo quindi la Predica di S. Antonio di Ludovico Carracci, la Madonna di Francesco Brizio e la "Pietą" di Alessandro Tiarini. La Chiesa allora aveva anche stucchi di Giovanni Tedeschi.

Nel 1797 ci fa la soppressione Napoleonica.
Anche questa chiesa fu sconsacrata e adibita temporaneamente a sala della Repubblica Cisalpina per poi essere venduta a privati (e divenne magazzino) assieme all'ex Collegio Montalto.

Nel 1873 fu acquistata dai Padri Barnabiti sempre con l'attiguo ex palazzo Montalto per farvi rinascere il Collegio San Luigi (da 5 anni sfrattato da via Castiglione).

Cosi' a poco a poco rinasceva anche la Chiesa di San Antonio Abate. Prima fu cappella privata del Collegio, poi nel 1890 venne aperta al pubblico restaurata nella sua architettura con decorosa semplicita', ma adornata da due importanti e straordinarie pale: la "Crocefissione" di Lavinia Fontana e "l'Immacolata" del Calvaert provenienti dalla chiesa di Santa Lucia di via Castiglione.

Nel 1902 fu collocata la pala centrale raffigurante il "Sacro Cuore con i Santi Antonio Abate e Antonio M. Zaccaria" di Fabio Fabbi.

Infine nel 1982 furono collocate sulle pareti laterali del presbiterio il "Battesimo di Gesł" e il "Martirio di San Cleto" di Giovanni Battista Bagnacavallo, provenienti dall'ex chiesa di Santa Maria del Morello o dei Crociati di proprieta' dei Barnabiti.


 


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